19/01/09

 

Arrivederci Emme


In un incontro che ho avuto in queste ore alla sede de l’Unità con il direttore Concita De Gregorio e con il nuovo amministratore delegato Antonio Saracino, sono stato informato, con mia grande sorpresa, che la proprietà del giornale considera tuttora valido e in vigore, per quanto riguarda il supplemento Emme, il contratto stipulato nel 2007 e la conseguente disdetta inviatami nell’Ottobre 2008. In altre parole, Emme, per la proprietà, chiude con l’ultimo numero di Gennaio, cioè con il prossimo.
E gli accordi presi con il direttore per il proseguimento di Emme all’interno del giornale ad 8 pagine, affiancato da un mensile da vendersi come allegato ad acquisto facoltativo? Un bellissimo progetto che però non ha, per usare un linguaggio governativo, alcuna copertura finanziaria e quindi va considerato nullo. Insomma, sembra che Concita ed io abbiamo fatto i conti senza l’oste, cioè senza considerare la situazione economica e finanziaria dell’editoria italiana e de l’Unità in specifico. Oggi, per quasi tutti i consigli d’amministrazione, sembra che la riduzione dei costi sia il problema assolutamente prioritario e molti quotidiani, assai più agguerriti e forti della nostra Unità, stanno tagliando supplementi, decurtando pagine, collaboratori e stipendi di collaboratori. Quest’oggi tocca ad Emme e mi sembra che ci sia davvero ben poco su cui insistere o recriminare. Rimangono alcune speranze aperte, non certo di facile realizzazione: una forte e significativa impennata nelle vendite del quotidiano e il possibile inserimento di Emme in una rinnovata e fortificata presenza online de l’Unità. Vedremo. Per ora ci piace salutarvi con un arrivederci e, pur nel dispiacere della chiusura, gioire per questi due anni di vita che hanno riaperto le speranze di un giornale satirico in Italia, che ha messo insieme, in buona armonia, una discreta serie di cervelli satirici, molti dei quali davvero giovani e nuovi. Li ringrazio tutti, uno ad uno, così come ringrazio i lettori che ci sono stati vicini in questo non breve periodo.
Ma un grazie ovviamente speciale lo rivolgo volentieri al direttore Padellaro e all’amministratore delegato Poidomani, che vollero darmi, nella primavera 2007, la possibilità di mettere in piedi questa bella scommessa e all’attuale direttrice De Gregorio, che ci ha dimostrato grande simpatia e fino all’ultimo ha tentato di farci sopravvivere sulle pagine del suo bel giornale.
Speriamo di rivederci presto,

Sergio Staino

04/03/08

 

Manlio Truscia risponde a Ida Dominijanni (il Manifesto)


Pubblichiamo con ritardo (e ci scusiamo con lui per questo) la risposta di Manlio Truscia, autore della copertina di M22, a Ida Dominijanni, che sul Manifesto del 19 febbraio aveva mosso delle critiche al nostro giornalaccio di satira. Buona lettura.






"E' UNO SPORCO LAVORO, MA QUALCUNO DEVE PUR FARLO"

Gentile Signora Ida Dominijanni,

Dire che sono totalmente d’accordo con il suo articolo a piè di prima pagina sul manifesto del 19 febbraio 2008 sarebbe quantomeno irriguardoso. Buona parte della trattazione mi risulta, da sempre, al di fuori della mia competenza personale ( non sono in grado né di partorire né tantopiù di abortire per mia natura di genere ). Ciò non toglie che dalla lettura io ne abbia tratto lo stesso edificante giovamento che di solito sento ogni qualvolta mi capitano sotto gli occhi concetti che escono dalla sua penna. Buono. Il sottoscritto, più che alla penna aduso ai pennelli, può solo soffermarsi sulla parte iniziale per puntualizzarne alcuni aspetti, lontano da qualsiasi moto polemico e con intenti esplicativi diretti soprattutto e ovviamente a orecchie terze.

LA LINEA DI COMBATTIMENTO

Da molti anni questo nostro Paese è ostaggio di un “nano” politico che ha ridotto tutto l’arco costituzionale in un angolo, occupando lo spazio parlamentare con una pletora di avvocati, commercialisti, mafiosi e furbi di ogni genere ( tutti politicanti di abile livello ). Per vincere gli basta esistere e rappresentarsi, oltre che per i suoi sostenitori convinti anche per quella parte di elettorato debole, per distrazione e/o per inconsistenza culturale, che ne subisce il condizionamento. Per inciso, lui è solo l’ “oggetto” del messaggio, non l’artefice; infatti quando parla o agisce in proprio esprime solo inettitudine o doppiezza padronale ( pro domo sua ). Pessimo.

Il lungo e difficile recupero dopo questo sfacelo sarà compito di ben altri induttori culturali e valoriali, non certo mio.

Oggi il guastatore può solo tentare di inibire la ricezione della comunicazione condizionante alla parte di elettorato debole la cui entità percentuale non è certo irrilevante. E il “rumore” è più efficace quanto più ricalca il linguaggio della controparte. Non funziona il convincimento razionale; solo quel vago ( e potente ) senso di fastidio, accumulato e collegato alla figura del “nano”, può tenere a casa nel giorno fatidico l’elettore pernicioso.

Un nostro candidato politico non dovrebbe inquinare la sua immagine e la comunicazione del suo benefit occupandosi direttamente anche del disvalore dell’avversario.

IL LINGUAGGIO

Lo stile di destra, che non amo ma che mi riesce bene, è quello del segno chiuso e curvato su sé stesso, che rimarca arrotondando con voyeristica insistenza, e che è tipico della pittografia pornografica dei tascabili a fumetti ( cito p.e. le copertine dei maestri Ciriello, Biffignandi, Molino e più ancora di Marcarini, con il quale ho avuto occasione di lavorare a quattro mani ).

Le illustrazioni sono pura rappresentazione fine a sé stessa e il senso è già nella corrispondenza alle attese del pubblico fruitore e nulla vi aggiunge. Raccontavano storie di devianze e le forme e i corpi mostravano quella piccola ma percepibile imperfezione: la rappresentazione di una realtà sottoproletaria, di marcia istintualità più che di animalesca semplicità. E’ lo stile pornografico; e, nel caso dei suddetti maestri, arte più o meno consapevole. E’ il livello del “Bagaglino” ( che mette in scena finta satira ), in contrapposizione a “Striscia la notizia”, che sarebbe il canale ideale per raggiungere quei soggetti.

Tutt’altra cosa e per tutt’altro pubblico è la satira autentica, quella sì conduttrice culturale e valoriale, delle Elle Kappa, degli Staino e degli Altan.

E LA MANO SCAPPA...

... quando avvengono misfatti oltraggiosi, tipo il blitz anti-aborto a Napoli, pericolosi per la loro esemplarità, alla base razionalizzata della risposta si aggiunge nell’immediato un sovrappiù di altrettanto oltraggio.

Richiamandomi ad alcuni suoi passaggi, si tratta volutamente di una “proiezione in piena regola”, una rappresentazione tutta iscritta nell'immaginario maschile dei nostri soggetti, con un feto che sembra più un E.T. svenuto e una puerpera rigorosamente uomo, come in un film di Ciprì e Maresco.

Semmai il limite strategico sta nel contenitore ospitante, di sicuro non facilmente frequentato dal target di riferimento. Non buono.

Qualche preoccupazione si aggiunge per la nobiltà del quotidiano, anche se attenuata, per qualcuno, dalla caratura del supplemento. Riguardo a questo mio cruccio ho chiesto soccorso al mio autorevole referente editoriale, che mi ha confortato in proposito.

Suo ammirato lettore,

Manlio Truscia


24/02/08

 

...


13/02/08

 

La redazione di "M" risponde a Mario Cervi

Stimatissimo Mario Cervi,

visto che ci ha chiamato in causa con il suo articolo pubblicato sul Giornale, dove palesava tutto il suo disgusto per quanto pubblicato lunedì sul supplemento satirico dell'Unità, proviamo a darle una risposta. L'oggetto della questione è il come è stata trattata la notizia della morte della madre di Berlusconi. Secondo lei si tratta di un “oltraggio a un defunto” che merita delle immediate “scuse”.

Siamo qui per questo. Ci scusiamo perché non tutti siamo uomini di mondo come lei, ma siamo tutti figli di mamma. E le mamme nel nostro Paese (a differenza delle donne) non si toccano neanche con un fiore. E noi di “M” abbiamo seguito alla lettera questo precetto. Non abbiamo in nessun modo qualificato con un aggettivo (né buono, né cattivo) la figura di Mamma Rosa, non siamo entrati nella sfera privata della donna (che non abbiamo conosciuto, ma intuiamo che doveva essere grande). Abbiamo solo fatto il nostro “sporco mestiere”: raccontare con lo strumento della satira la dimensione pubblica dell'evento (così come abbiamo già fatto per Pavarotti o per Trentin). Perché di questo si tratta. Ci scusiamo con tutti gli italiani che non sanno come si chiama la madre di Prodi, o di Fini, di Casini, di Veltroni e di tutti i leader politici italiani. Un motivo ci sarà se la madre di Berlusconi, al contrario delle sconosciute di cui sopra, era un personaggio pubblico. Portava acqua al mulino elettorale di Berlusconi? Perfettamente legittimo! Esternava il suo pensiero su Prodi ("Ma come può pensare di mettersi a paragone con Silvio? Non voglio essere cattiva, ma basta vederlo in faccia") o su Rutelli (“un cretino...se mett lì cume se fuss un concorso di bellezza")? Ne aveva tutto il diritto, in Italia c'è libertà di parola, che ci piaccia (e noi siamo di quest'avviso) o no. Nonostante questo, la pagina titolata “meno morte per tutti”, non sfiorava minimamente la figura di Mamma Rosa, ma ironizzava sulle prossime mosse politiche del figlio. Era lui l'obbiettivo e l'evento luttuoso era solo un punto di partenza e non il fulcro della pagina. Le dichiarazioni sui rom rilasciate da Berlusconi non fanno per caso pensare a quelle sulle “camicie nere” di cui si parla in una vignetta che lei ha citato? E quella sui 97 anni, riferita a Berlusconi e non alla madre, non è una critica all'età media dei nostri governanti, anche a sinistra? E il satellite di cui si parla non la induce a pensare alla posizione di Rete 4? Proprio due settimane fa, il Giornale, con un articolo di Salvaggiulo, elogiava “lo spirito ferocemente dissacrante” di “M” che aveva pubblicato i necrologi su Romano Prodi. Allora, si affermava che “a ben vedere - perfida sottigliezza - l’oggetto della satira non è (più) il disarcionato Prodi. Il bersaglio sono i finti autori dei finti manifesti. Tutti personaggi reali, protagonisti a vario titolo della vita pubblica, che «appresa la notizia» della caduta del governo testimoniano la propria «vicinanza». E nel gioco perfido della satira, i loro messaggi «a suffragio» sono molto più rivelatori della realtà di ogni discorso serio.” Già, la satira si nutre di trasversalità, il bersaglio non era Prodi, così come stavolta non è la madre di Berlusconi. Nonostante tutto questo ci scusiamo, perché fra gli autori del nostro settimanale, “adolescenziale e pecoreccio”, come lei lo definisce, assieme ai “grandi” ci sono giovani che hanno appena compiuto 20 anni, come il Frau di cui lei parla e che scrivono o disegnano, ascoltando la voce della propria indignazione o del proprio disgusto, che si rivela con molta più frequenza di quanto non possa accadere a lei che di cose ne ha viste tante e per questo merita la nostra stima. “Meglio” così. In questo modo possiamo oltre che scusarci, anche farle notare che il giornale si chiama “M” e ha poco a fare con la testata “Meglio” di cui lei parla, così come Frau non ha niente a che fare con le poltrone. Infine, volevamo ricordarle che non si tratta di volgarità gratuita. “M” costa 1€ più il prezzo del quotidiano. I Migliori saluti.

La redazione di “M”


09/02/08

 

MAGNETE PER CRUSCOTTO PERSONALIZZABILE


07/02/08

 

il partito con le spine


06/02/08

 

LA BOULE A MERDE


04/02/08

 

...


03/02/08

 

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11/09/07

 

M alla Festa dell'Unità di Bologna


Il paginone satirico "M" esce tutti i giorni con Diario in Festa, l’inserto di 8 pagine che dal 24 agosto al 16 settembre è in allegato al quotidiano l’Unità per raccontare ogni giorno storie, incontri, spettacoli e personaggi che animeranno la Festa.
Per scaricare i pdf delle pagine clicca qui

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